Gli Antibiotici Naturali - Luca Fortuna

Meccanismi di Resistenza Agli Antibiotici

Nella tabella ogni antibiotico disegnato correttamente con tutti gli atomi visibili vale due punti. Purtroppo gli antibiotici non sono un pozzo senza fondo di soluzioni e la paura che, a livello globale, ce ne accorgeremo quando sarà ormai troppo tardi spinge ancora la ricerca nella direzione di nuove soluzioni per prevenire, prima che sia troppo tardi, il problema. La maggior parte degli antibiotici sono stati prodotti selezionando microrganismi del suolo però, negli anni 60, questa risorsa limitata di batteri coltivabili erano già sovrasfruttati. La gran parte delle otiti esterne sono croniche, hanno andamento subdolo e vengono considerate un problema quando sono già in uno stadio evolutivo relativamente avanzato. Il problema della bassa espressione della resistenza batterica da parte di alcuni fenotipi batterici è la nuova sfida che si pone ai test di sensibilità tradizionale. Fondamentali, come indicano tutti i documenti degli organismi internazionali, anche il rilancio della pratica vaccinale, in preoccupante calo, e l’uso consapevole degli antibiotici anche negli animali, secondo l’approccio One Health, vale a dire una nuova visione della salute umana e della salute animale, intese come “salute unica”.

In questi giorni si celebra in tutto il mondo la Settimana mondiale per l’uso conslpevole degli antibiotici. Brusaferro spiega che uno dei problemi principali è stato (ed è) l’uso inappropriato degli antibiotici nella salute umana, che può essere declinato in vari modi: “Prescrivere (e assumere) un antibiotico quando non serve, prescrivere (e assumere) l’antibiotico più potente o più recente, quando andrebbe benissimo anche un farmaco più datato, assumere l’antibiotico in modo scorretto, con dosaggi e tempi di assunzione diversi da quelli raccomandati dal medico”. Quando le vesciche cominciano a guarire, passa a dei cibi semi-liquidi, facili da ingoiare, come un bel passato di verdure. La resistenza microbica è effettivamente un problema globale e l’Italia è uno dei Paesi più esposti. “Il che ovviamente è un problema non solo per il singolo individuo, ma per tutta la collettività”. Iniziamo col dire che antibiotici e antinfiammatori sono farmaci molto diversi tra loro che si usano per scopi diversi: l’antibiotico agisce contro i batteri responsabili di un’infezione, l’antinfiammatorio agisce riducendo l’infiammazione e attenuando una sensazione dolorosa. I principali batteri (spesso multiresistenti) sui quali è focalizzata l'attenzione della maggior parte dei ricercatori internazionali sono Stafilococchi MRSA (Methicillin Resistant Staphylococcus aureus), VRE (Vancomycin-resistant enterococci), Salmonella (DT 104), Escherichia coli, Campylobacter (6) che rappresentano la conseguenza diretta di un uso, talvolta, troppo disinvolto degli antibiotici.

La somministrazione di eritropoietina alla dose di 100 U/kg SC tre volte alla settimana nella gran parte dei casi provoca un aumento del valore dell'ematocrito di 0,5-1 mm per giorno. La dose da somministrare è di 50 mg/m2 o 2,2 mg/kg per quattro giorni consecutivi la settimana per uno-tre cicli di terapia. Due persone su tre nel nostro paese pensano che gli antibiotici uccidano i virus (ma non possono farlo: sono specifici contro i batteri); una su quattro che siano utili in caso di raffreddore e sempre una su quattro che non diano alcun effetto collaterale. Il punto di partenza di SPINCAR sono le tante realtà ospedaliere e territoriali in cui le cose funzionano come dovrebbero, per esempio aziende sanitarie dove medici e pediatri prescrivono un numero congruo di antibiotici, oppure ospedali che riescono a contenere il numero di infezioni di insorgenza appunto ospedaliera (ricordiamo che in Italia il 5-8% delle persone ricoverate in un ospedale vi contrae un’infezione che non aveva prima di entrarci, e in alcuni casi si tratta proprio di infezioni antibiotico-resistenti).

Perché anche questo è un nodo critico della situazione: i dati dell’ultimo Eurobarometro sulla resistenza agli antibiotici, pubblicato a settembre 2018, parlano chiaro e dicono che siamo fanalino di coda anche per le conoscenze sull’argomento. Le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici possono richiedere maggiori cure sanitarie o il ricorso ad antibiotici alternativi e più costosi, che tra l’altro possono avere effetti collaterali più gravi. Un corpo che si ritira dal mondo è un corpo che ferma la propria struttura libidica e le impedisce di esprimersi per quello che la struttura libidica vorrebbe in base agli adattamenti che la sua espressione ha messo in atto nell'infanzia. A questi principi è ispirato il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (Pncar) 2017-2020 messo a punto dal Governo italiano antibiotici.org/augmentin e pubblicato lo scorso novembre. La molecola identificata dai ricercatori dell'Università tedesca è il "lugdunin", prodotto dal Staphylococcus lugdunensis. Oppure l’unico estratto brevettato e standardizzato, e presente in commercio dal 2010 come farmaco vegetale, in grado di agire sulle cause che scatenano i sintomi. Anche Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia del farmaco (Aifa), ammette che tali infezioni rappresentano “un elemento aggiuntivo in pazienti già molto critici“.

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